Qualunque spettacolo è concepito per divertire o commuovere “al di fuori” di noi, ma la qualità di questa azione dipende “dal di dentro”.
Gabriele Calindri

Gabriele Calindri

Il teatro è una delle forme d’arte più difficili, poiché si devono ottenere contemporaneamente e in perfetta armonia tre connessioni: il legame tra l’attore e la sua vita interiore, la relazione tra l’attore e i suoi compagni, il contatto tra l’attore e il pubblico.

I grandi narratori, nel far rivivere un mito o un racconto antico, hanno un orecchio rivolto tanto dentro di sé quanto verso l’esterno. Così dovrebbe essere per ogni vero attore.
Significa trovarsi in due mondi allo stesso tempo.

— Peter Brook

Interpretare un personaggio su un palco, girare la scena di un film, dare vita a qualunque tipo di atmosfera vocale via radio, implicano disinvoltura nell’uso del corpo e della voce, perché in questo campo — e qui sta tutto il fascino del mestiere dell’attore — può capitare di tutto, e chi si trova nel fuoco dell’azione scenica deve, in un certo senso, essere pronto a tutto.

Per arrivare a questo obiettivo, complesso e ambizioso, gli attori — che in qualche modo sono degli specialisti della trasformazione — devono sviluppare una certa plasticità interna ed esterna.

Ed è uno degli obiettivi di Doppio Centro.


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